La sessualità
La sessualità è un evento psicosomatico (che coinvolge
mente e corpo) e pertanto le disfunzioni sessuali possono
essere il risultato di molteplici fattori eziologici sia
organici che psicologici.
Premesso che un rapporto
sessuale soddisfacente si basa sull’integrità fisica degli
organi sessuali, le disfunzioni sessuali dovute a disturbi
medici sono talvolta clinicamente indistinguibili da
problemi puramente psicogeni. Proprio per questo, nonostante
le cause prevalenti delle disfunzioni sessuali siano di gran
lunga quelle psicologiche, è comunque necessario escludere
fattori fisici prima di cominciare una psicoterapia per un
disturbo sessuale. La diagnosi di disfunzione sessuale
risponde comunque ad una condizione che non sia possibile
attribuire interamente a fattori organici, e che produce
marcato distress e/o difficoltà interpersonali.
Tutte le disfunzioni sessuali, sia maschili che femminili, possono coinvolgere una o più fasi della reazione sessuale: per definizione, la caratteristica principale delle disfunzioni sessuali consiste nell'inibizione della fase appetiva (o del desiderio) e/o dei cambiamenti psicofisiologici che caratterizzano il ciclo completo di risposta sessuale.
La risposta sessuale
Dal punto di vista
psicofisiologico, la reazione sessuale
consiste in una serie complessa di riflessi viscerali
mediati autonomamente che possono funzionare con successo se
il processo è “lasciato in pace”, cioè non
contrastato da controlli coscienti. Perché il rapporto
sessuale possa avvenire, gli organi genitali di ciascun
partner devono subire profondi mutamenti di forma e funzione
rispetto al loro stato abituale. Questi mutamenti non si
limitano all’area genitale: la stimolazione sessuale
sortisce reazioni neurologiche, vascolari e muscolari che
influenzano in certa misura il funzionamento del corpo
intero.
È possibile descrivere la reazione sessuale
maschile e femminile attraverso i cambiamenti
psicofisiologici che la caratterizzano, suddividendola in
fasi che si susseguono:
- Fase appetiva. La fase appetiva (o del desiderio) consiste nelle fantasie riguardanti l'attività sessuale e nel desiderio di avere rapporti sessuali.
- Eccitamento. La fase di eccitamento è caratterizzata dal sorgere di sensazioni erotiche e dal conseguimento dell’erezione negli uomini e della lubrificazione vaginale nelle donne. Nelle manifestazioni di tensione sessuale è compresa anche una reazione fisica generalizzata di vasocongestione e miotonia.
- Plateau. La fase di plateau è essenzialmente uno stato di eccitamento più avanzato, che si verifica immediatamente prima dell’orgasmo. Durante il plateau, la reazione vasocongestizia locale dell’organo sessuale primario raggiunge il suo culmine in ambo i sessi: nel maschio il pene viene riempito e dilatato dal sangue fino ai massimi limiti di capienza; nelle femmine, analogamente, la vasocongestione localizzata nell’area genitale raggiunge in questa fase i suoi limiti estremi permettendo la dilatazione e la colorazione delle piccole labbra.
- Orgasmo. La fase dell’orgasmo è considerata come la più intensa e piacevole delle sensazioni sessuali: essa consiste in un picco del piacere sessuale con il successivo allentamento della tensione sessuale. Nell'uomo questa fase è caratterizzata dallo sgorgare del seme dal pene eretto in una serie di getti eiaculatori; nella donna è caratterizzato da contrazioni ritmiche riflesse che coinvolgono i muscoli circumvaginali e del perineo.
- Risoluzione. Durante la fase di risoluzione, le risposte somatiche generali agli stimoli sessuali diminuiscono rapidamente e si verifica la cessazione delle reazioni fisiologiche locali specificamente sessuali: tutto il corpo ritorna al suo stato di base. In questa fase predomina una sensazione di rilassamento generale, benessere e distensione muscolare.
Disfunzioni sessuali
Sulla base della suddivisione in fasi della reazione
sessuale è possibile trattare la maggior parte delle
problematiche sessuali maschili e femminili a seconda che ad
essere inibite siano la fase del desiderio/eccitazione o
dell'orgasmo.
Le inibizioni del ciclo di risposta
sessuale possono manifestarsi in una o più di queste fasi
(separatamente o contemporaneamente secondo vari gradi),
sicché un disturbo che inibisce la fase orgasmica consente
comunque di godere di gran parte della risposta sessuale
mentre un disturbo nella fase del desiderio inibisce il
rapporto sessuale all'origine.
Le disfunzioni sessuali relative
l'inibizione della fase di eccitamento includono:
La disfunzione erettile (o "impotenza") negli uomini è
analoga alla disfunzione sessuale generale ("frigidità")
nelle donne: ambedue queste condizioni sono caratterizzate
dall'inibizione della fase vasocongestizia localizzata della
reazione sessuale.
Le disfunzioni che inibiscono la fase
orgasmica sono:
Sia per gli uomini che soffrono di eiaculazione ritardata
che per le donne che soffrono di disfunzione orgasmica la
problematica riguarda la componente orgasmica della reazione
sessuale, mentre la componente vasocongestizia può rimanere
inalterata. Tale inibizione è relativamente rara negli
uomini, ma risulta essere la problematica sessuale più
frequente per le donne.
L'eiaculazione
precoce invece, sembra essere la disfunzione
sessuale maschile più comune. L'eiaculazione precoce è
caratterizzata dalla situazione opposta a quella
dell'eiaculazione ritardata: nella prima vi è assenza di
controllo del riflesso eiaculatorio, nella seconda un
controllo eccessivo.
Un discorso a parte va fatto per il
vaginismo. Il vaginismo di
per sé non coinvolge alcuna delle due componenti della
reazione sessuale femminile e si ritiene costituisca una
categoria clinica a sé stante. Il disturbo si manifesta
attraverso una contrazione involontaria della muscolatura
vulvo-perineale che impedisce la penetrazione.
Disfunzione erettile
La “disfunzione erettile”, o disturbo maschile
dell'erezione, è caratterizzata dall'impossibilità, parziale
o completa, persistente o ricorrente, di raggiungere e
mantenere l'erezione abbastanza a lungo da portare a termine
l'attività sessuale, pur in presenza di eccitamento
sessuale. La disfunzione può essere primaria, se presente
fin dall’inizio dell’attività sessuale e chi ne soffre non è
stato mai in grado di avere rapporti sessuali, acquisita o
secondaria, se si sviluppa solo dopo un periodo di
funzionamento normale e chi ne è affetto è riuscito a
sperimentare il coito una, due o anche migliaia di volte
prima dell’insorgere del disturbo.
La disfunzione tende
ad alterare la fase di eccitazione del ciclo di risposta
sessuale che, come precedentemente descritto, nell'uomo
consiste in una sensazione soggettiva di piacere e nelle
concomitanti modificazioni fisiologiche: la tumescenza del
pene e l’erezione.
L'inibizione del riflesso erettivo
implica l'impedimento del meccanismo vascolare riflesso a
pompare nei corpi cavernosi del pene abbastanza sangue da
renderlo rigido ed eretto: per quanto possa sentirsi
eccitato in una situazione erotica e per quanto desiderio
possa provare di fare l’amore, l’uomo può non riuscire ad
ottenere una erezione del pene.
Il problema
principale in questi casi è sempre stato quello della
diagnosi differenziale fra difficoltà di erezione psicogene
o a causa organica. Negli anni settanta i ricercatori
affermavano che nel 95% dei casi la disfunzione erettile
avesse origine psicogena, ma più recentemente si è
riconosciuto che anomalie neurologiche, vascolari e
ormonali, sono presenti in una percentuale più rilevante di
casi. Sono state riconosciute anche forme di disfunzione
erettile ad eziologia mista, psicogena e organica, che pure
potrebbero trarre giovamento dalla psicoterapia.
Tra
gli agenti fisici in grado di alterare il riflesso erettivo
citiamo: stress e affaticamento, incipiente diabete ancora
non diagnosticato, basso livello androgeno, problemi
epatici, uso e abuso di sostanze, ecc. Da questo punto di
vista è bene sottoporsi ad un esame medico e neurologico
prima di iniziare un trattamento psicologico.
Le
origini di questo tipo di disturbo sono sicuramente
psicologiche in tutti quei casi in cui l’erezione si
verifica al risveglio, o in associazione a sogni durante la
notte, o essere ottenuta mediate la masturbazione.
Generalmente le difficoltà di erezione psicogene si
accompagnano all'ansia al momento del rapporto, per una
varietà di motivi diversi: preoccupazioni sulla prestazione
sessuale (a volte anche un singolo fallimento della
"prestazione" può attivare un circolo vizioso sul tema del
"fallimento della prestazione" che tende a verificarsi
puntualmente, ad ogni rapporto sessuale, come una sorta di
"profezia"); desiderio di fare bella figura con la partner
(per molti uomini, il “pene eretto” è considerato il massimo
degli attributi maschili); il timore o la scarsa
consuetudine nei confronti delle donne, preoccupazioni a
proposito delle dimensioni del proprio pene (frequente nei
giovanissimi), un atteggiamento negativo nei confronti del
sesso e il piacere, la consapevolezza della propria
inesperienza sessuale, ecc. La reazione di ansia o di stress
può arrivare così ad inibire il riflesso erettivo.
I
maschi, generalmente, possono avere reazioni diverse al
problema: alcuni sembrano non dare troppa importanza al
fenomeno, più frequentemente invece, il problema viene
vissuto con angoscia e sgomento.
A volte il sintomo
può arrivare a mettere in crisi oltre che l'uomo anche la
relazione di coppia. Difficilmente infatti il protrarsi del
disturbo lascia indifferente il partner che a sua volta
potrebbe reagire con un senso di colpa (accusandosi, ad
esempio, di non essere abbastanza attraente o di non avere
le doti necessarie per risvegliare l’attrazione del suo
partner, ecc.), o sospettando e accusando il proprio partner
di avere altre relazioni, di essere omosessuale, o di non
amarle abbastanza... In altri casi ancora, la reazione del
partner potrebbe anche andare nella direzione di una
maggiore pressione, di richieste perentorie di prestazioni,
rischiando così di peggiorare ulteriormente il problema e la
relazione di coppia.
Disfunzione sessuale generale (Frigidità)
La disfunzione sessuale generale, solitamente chiamata
“frigidità”, è caratterizzata da un’inibizione della fase di
eccitamento della reazione sessuale. Mentre sul piano
psicologico c’è una carenza di sensazioni erotiche, sul
piano fisiologico la donna soffre l'inibizione della
componente vasocongestizia della reazione sessuale: la
vagina non si lubrifica e non si espande e non si verifica
la formazione della piattaforma orgasmica.
L’intensità dell'inibizione della reazione sessuale (o
dell'avversione che ne deriva) può variare notevolmente da
donna a donna: molte donne arrivano a considerare
l’esperienza sessuale come un duro compito, alcune si
prestano al contatto sessuale soltanto per mantenere in vita
il matrimonio; altre, che provano autentica repulsione verso
il contatto sessuale e che lo trovano spaventoso o
disgustoso, fanno di tutto per evitarlo; altre ancora, che
non provano sensazioni erotiche in conseguenza alla
stimolazione sessuale, sono in grado tuttavia di godere
degli aspetti fisici non-erotici del contatto sessuale, come
il toccarsi e lo stare vicini.
Generalmente, la
reazione alla difficoltà nel rispondere alla stimolazione
sessuale varia da un’angoscia profonda a un’accettazione
indifferente della propria condizione. Lo scopo della
terapia, in genere, è quello di facilitare l’esperienza
dell'abbandono alle esperienze sessuali modificando il
sistema sessuale in cui la donna è chiamata a funzionare: in
questi casi è bene ricreare, con l'aiuto del partner, una
situazione inesigente, rilassata e sensuale che permetta il
naturale svolgersi dei rapporti sessuali. La coppia, in
questi casi, è incoraggiata a comunicare apertamente
sentimenti e desideri di ciascuno.
Eiaculazione ritardata
L’eiaculazione rappresenta il momento finale della
reazione sessuale maschile. Gli elementi essenziali
dell’eiaculazione sono rappresentati dalla produzione del
liquido seminale e dalla sua espulsione attraverso le vie
seminali. L’eiaculazione ritardata (eiaculatio ritardata) è
sostanzialmente un’inibizione specifica del riflesso
eiaculatorio, pertanto, un uomo che soffre di eiaculazione
ritardata reagirà agli stimoli sessuali con sensazione
erotiche e buone erezioni ma con la difficoltà ad eiaculare,
pur provando l’urgente desiderio della scarica orgasmica. La
fenomenologia dell’eiaculazione ritardata varia
notevolmente, e va da un’inibizione involontaria
dell’eiaculazione del tutto occasionale, fino a
un’inibizione di tale intensità, per cui il paziente
potrebbe non aver mai sperimentato l’orgasmo.
Nella
sua forma più leggera l’eiaculazione ritardata può essere
confinata a situazioni specifiche e fonte di ansia, anche se
comunemente gli uomini arrivano a richiedere un intervento
professionale quando l’inibizione è più globale. In questo
caso l’uomo si lamenta di non essere capace di raggiungere
l’orgasmo durante il coito anche se ci prova con tutta la
sua volontà. Esistono poi delle varianti in cui la reazione
eiaculatoria è inibita solo parzialmente: la fase di
emissione non viene danneggiata, mentre la fase eiaculatoria
– le contrazioni dell’uretra e del pene – è a quanto pare
assente: questo implica che il seme sgorga dal pene ma non
viene espulso con forza.
Dal punto di vista
psicologico sono diversi i fattori (traumatici e non) che
possono portare ad un’eiaculazione ritardata: a volte, ad
esempio, la reazione eiaculatoria rimane inibita a causa
dell’associazione con una contingenza dolorosa. La reazione,
in questo caso, resta bloccata proprio come se il paziente
prevedesse una punizione ogni volta che prova il desiderio
di eiaculare. Anche in questo caso il processo inibitorio,
che impedisce la scarica del riflesso, è automatico (ossia
inconscio). Altre volte diviene possibile comprendere questo
disturbo all’interno del rapporto sessuale, ossia di quel
sistema circolare in cui i partners si influenzano
reciprocamente sul piano sia fisico che sesso-affettivo.
Disfunzione orgasmica
La stragrande maggioranza delle donne che hanno problemi
di tipo sessuale lamenta l’inibizione specifica del riflesso
orgasmico. La disfunzione orgasmica riguarda esclusivamente
l’inibizione della componente orgasmica della reazione
sessuale femminile e non include il disturbo
dell’eccitamento sessuale generale, anche se può essere
accompagnata da un’inibizione secondaria della componente di
eccitamento (o vasocongestizia) della reazione sessuale.
Come regola generale, le donne che soffrono di
disfunzione orgasmica sono sessualmente reattive: provano
sensazioni erotiche, hanno abbondanti lubrificazioni e
mostrano anche il normale inturgidimento genitale. Il loro
problema riguarda quasi esclusivamente il raggiungimento
dell’orgasmo, con intensità variabile.
La
disfunzione orgasmica si definisce primaria se non si è mai
sperimentato un orgasmo; se viceversa il disturbo si è
sviluppato dopo un periodo durante il quale l'orgasmo era
raggiunto senza difficoltà, la disfunzione orgasmica si dice
secondaria. La disfunzione può essere inoltre assoluta o
situazionale: se è assoluta la paziente non è in grado di
raggiungere l’orgasmo né coitale né clitorideo in nessuna
circostanza; se soffre di disfunzione orgasmica
situazionale, la paziente può raggiungere un orgasmo, ma
soltanto in circostanze particolari.
I fattori
psicologici più profondi in grado di interferire fino
all'inibire la reazione orgasmica in una donna sono tra i
più diversi e possono aver a che fare con conflitti
personali (a volte, semplicemente, la disfunzione orgasmica
è il modo in cui si manifesta l’ambivalenza relativa
all’impegno nella relazione di coppia), stati emotivi (come
la paura di essere abbandonata, la paura di affermare la
propria indipendenza), sentimenti (come i sensi di colpa,
l’ostilità nei confronti del partner), ecc.
Tutti
questi, ed altri fattori, possono svolgere un ruolo
fondamentale nell’insorgere di un “supercontrollo”
involontario del riflesso orgasmico che, impedendo la
possibilità di abbandonarsi all'esperienza sessuale, alla
lunga provoca la disfunzione orgasmica. Nelle donne
inorgasmiche, la paura di perdere il controllo delle proprie
sensazioni e dei propri comportamenti è una condizione molto
frequente, e i concomitanti meccanismi di difesa del
“trattenersi” e del supercontrollo sono probabilmente
fondamentali nella patogenesi di questo disturbo.
Eiaculazione precoce
L’eiaculazione precoce è solitamente citata in
letteratura come la più comune delle disfunzioni sessuali
maschili. L’eiaculazione precoce (ejaculatio praecox) è
inequivocabile eppure è molto difficile definire con
precisione. Essenzialmente, la precocità è una condizione
per cui un uomo può riscontrare difficoltà nell’esercitare
un controllo volontario sul proprio riflesso eiaculatorio
con il risultato che, una volta eccitato sessualmente,
raggiunge molto rapidamente l’orgasmo.
Secondo i
primi studiosi l’eiaculazione precoce non doveva neanche
essere considerata una disfunzione sessuale in quanto in
tutti i mammiferi superiori, inclusi i primati,
l’eiaculazione avviene subito dopo la penetrazione.
Spostando l’attenzione sulla componente di edonismo
reciproco nell’ambito della coppia invece, risulta evidente
come la capacità di controllare il riflesso eiaculatorio
risulti essere cruciale per la buona riuscita del rapporto
sessuale.
Anche in questo caso la disfunzione può
avere cause organiche (può verificarsi come conseguenza di
una malattia diabetica, neurologica, come conseguenza di
interventi chirurgici, di uretrite, prostatite, ecc) o
psicologica (sintomo interpretabile o come inibizione
appresa legata all’ambiente culturale ed emotivo del
soggetto, o inquadrabile all’interno delle vicissitudini
della vita di coppia, o riconducibile ad uno stato ansioso,
alle difficoltà di comunicazione, ecc).
Spesso la
difficoltà nel gestire il riflesso eiaculatorio è in grado
di generare ansia precludendo la naturalezza del rapporto
sessuale: è difficile che un uomo rimanga sensibile e
reattivo nei confronti della propria partner quando è
preoccupato del fatto che eccitandosi molto sarà costretto a
porre bruscamente fine al rapporto sessuale.
Non è
completamente chiarita la ragione per cui chi soffre di
eiaculazione precoce non abbia appreso la continenza
volontaria, ma è possibile postulare che non riesca a
ottenere il controllo del riflesso eiaculatorio perché non
ha ricevuto, o meglio, non ha concesso a se stesso la
possibilità di ricevere, il feedback sensoriale necessario
per portare sotto controllo qualunque funzione riflessa. In
questo generalmente consiste anche il primo passo della
psicoterapia dell’eiaculazione precoce.
Vaginismo
Come accennato precedentemente, il vaginismo di per sé
non coinvolge alcuna delle fasi della reazione sessuale
femminile e si ritiene che, in relazione alle disfunzioni
sessuali, costituisca una categoria clinica a parte.
Anatomicamente i genitali della donna vaginismica sono
normali, tuttavia, quando si tenta la penetrazione,
l’accesso vaginale si serra talmente che l’atto sessuale è
impossibile. Risulta evidente come il vaginismo sia una
causa comune di molti matrimoni non consumati, spesso per
molti anni.
Il sintomo si manifesta attraverso una
contrazione involontaria (uno spasmo) dei muscoli che
circondano l’accesso vaginale (specificamente dello sfintere
della vagina e del muscolo elevatore dell’ano) che si
verifica ogni volta che si tenta di introdurre un oggetto
nella vagina (ciò implica che persino gli esami vaginali
devono essere spesso effettuati sotto anestesia): in alcuni
casi l'intensità della contrazione può essere così grave e
prolungata da causare dolore.
In alcune donne, anche
soltanto l'idea della penetrazione può causare lo spasmo
muscolare. Nel vaginismo la fobia della penetrazione si
manifesta come l'incapacità a sottoporvisi, quasi per una
sorta di riflesso: come l'occhio si chiude automaticamente
imbattendosi in un moscerino, allo stesso modo la vagina
reagisce di fronte a qualsiasi tentativo di intromissione.
Il vaginismo è una reazione condizionata che spesso
risulta dall’associazione di dolore e paura ai tentativi di
penetrazione vaginale (o anche alla sola fantasia della
penetrazione). Lo stimolo negativo originario può essere
stato dolore fisico o angoscia psicologica. A volte anche
una patologia degli organi pelvici che renda
contemporaneamente dolorosi la penetrazione o l’atto
sessuale, o che abbia in passato causato dolore, può
predisporre il campo allo sviluppo di una reazione
vaginismica. Qualunque stimolo negativo associato all’atto
sessuale o alla penetrazione vaginale può essere
responsabile dell’acquisizione di questa reazione, a
prescindere dal fatto che la contingenza negativa sia reale
o immaginata, e a prescindere dal fatto che la paziente ne
sia consapevole o meno.
Rimane da sottolineare che,
nonostante la vagina si serri involontariamente impedendo la
penetrazione, le pazienti vaginismiche sono spesso
sessualmente reattive e orgasmiche dietro stimolazione del
clitoride, possono ricavare piacere dai giochi erotici e
cercare il contatto sessuale: finché tutto ciò non porti a
coito.
Dal momento che questo disturbo rende
impossibile il rapporto sessuale, è raro che il vaginismo
venga facilmente tollerato. Questa condizione può arrivare
ad avere un effetto disastroso, non solo sulla donna, ma
anche nella coppia: a parte il fatto che gli sforzi nella
penetrazione possono provocare un forte dolore fisico, la
donna può sentirsi spaventata, umiliata e frustrata da
questi tentativi, finendo per evitare il confronto con
questi sentimenti dolorosi ed evitando qualunque incontro
sessuale. Ogni tentativo infatti può suscitare ansia
intensa, angoscia, collera, sentimenti che possono cessare
solo con il cessare dei tentativi di penetrazione. Proprio
per questo è frequente che la donna sia dibattuta tra il
desiderio di essere aiutata e la paura della guarigione.